Gli alieni tra le dune

 Le specie aliene sono specie animali e vegetali introdotte dall’uomo in zone al di fuori del loro areale originario. In molti casi, le nuove specie non sono in grado di adattarsi al nuovo ambiente e scompaiono dopo un breve periodo. In altri casi, non solo si adattano ma si diffondono molto rapidamente diventando specie aliene invasive.

 

La flora aliena degli habitat costieri

Malgrado il valore naturalistico e la funzionalità ecologica che li caratterizza, gli ecosistemi dunali condividono una lunga storia di sfruttamento e di gestione impropria. I problemi ambientali che ne derivarono includono la perdita di habitat, ‘impoverimento del pattern naturale del paesaggio, una riduzione della resilienza delle comunità vegetali e la diffusione di specie aliene, che sono divenute minacce crescenti alle specie autoctone.

Di seguito descriveremo due delle specie aliene più invasive presenti tra la flora delle dune costiere dell’Adriatico Settentrionale.

 

Oenothera stuchii

Oenothera stuchii è un’ibrido originatosi nell’Italia settentrionale da popolazioni naturalizzate di Oenothera biennis L. e O. jamesii. La prima segnalazione di O. stucchii lungo il litorale Veneto risale al 1952 e, dopo un periodo di pausa, sembra attualmente nella fase di espansione.

L’elevato successo nella diffusione dimostrato dalle specie del genere Oenothera è legato alla loro ecologia. Il loro ciclo di vita bienne assicura loro resilienza e tolleranza al disturbo: nella prima stagione spuntano le plantule e inizia la crescita degli organi vegetativi, mentre la fase generativa viene raggiunta solo l’anno successivo con la produzione della porzione epigea. Tale germinazione bi-fasica può bloccarsi anche per anni in attesa di condizioni vegetative favorevoli. I semi hanno una forte affinità per la luce e possono andare incontro ad una lunghissima dormienza nella sabbia creando una “banca del seme”, mentre le attività umane (calpestio, raccolta di materiali, asportazione della sabbia…) li riportano in superficie facilitandone la germinazione. La forte tendenza a crescere alla luce, la crescita rapida e l’elevato numero di semi (5.000 – 12.000 semi per pianta) determinano la forte tendenza all’invasività Oenothera stucchii.

Questa pianta inoltre prediligere habitat con ampi spazi aperti, molto luminosi e substrato sabbioso, condizioni che ne garantiscono una maggiore competitività nei contesti disturbati dall’azione dell’uomo, al contrario delle specie endemiche che non sopravvivono al calpestio.

 

Il progetto Life Redune contiene la propagazione di Oenothera stucchii con una attività di eradicazione manuale all’interno di 150.000 mq. L’estirpazione avviene all’inizio della stagione vegetativa, circa a Maggio, per prevenire la produzione di nuovi semi e frutti.

 

 

Rosa rugosa

Rosa rugosa (o rosa canina) è originaria dall’Estremo Oriente, dove è considerata una pianta selvatica. Ha trovato diffusione anche in Europa e America del nord dove viene coltivata in modo particolare per scopi ornamentali e decorativi. E’ una pianta perenne, molto robusta che tollera il gelo e il caldo, la siccità e il terreno sabbioso.

Rosa rugosa è una specie a portamento cespuglioso eretto che può raggiungere il metro d’altezza. Il motivo per cui è definita “rugosa” si deve ritrovare nelle sue foglie, che hanno delle caratteristiche venature, che durante l’autunno assumono colori molto suggestivi. Fiorisce per tutta la stagione estiva, i fiori sono abbastanza grandi e possono nascere da soli o in gruppi ed hanno un profumo molto delicato.

Gli individui che colonizzano le spiagge provengono da piante coltivate nei giardini, ma rosa rugosa, per la sua rusticità, è spesso utilizzata anche nelle aiuole spartitraffico e lungo le strade.

La rosa rugosa ha un forte impatto negativo sulla ricchezza di specie native per l’effetto ombreggiante che riduce la luce al suolo. Ha anche un impatto ma anche sociale e ricreativo negativo per le spiagge in quanto le dune invase divengono impenetrabili a causa delle numerose spine presenti su fusto e rami.

 

Il progetto Life Redune monitora costantemente le popolazioni di Rosa rugosa negli habitat di interesse del progetto per valutarne il tasso di espansione e di colonizzazione. Per contenerne la diffusione, Life Redune assieme ad associazioni volontarie ambientaliste organizza i bioblitz di eradicazione delle piante di Rosa rugosa.

 

Le specie aliene invasive rappresentano una delle principali emergenze ambientali e sono considerate dalla comunità scientifica internazionale la seconda causa di perdita di biodiversità a scala globale. La loro espansione infatti minaccia la biodiversità, ma spesso ha anche grandi impatti socioeconomici, con danni diretti alla salute o alle attività umane.

Spesso l’introduzione di specie aliene è involontaria. Tuttavia, molte delle specie aliene invasive più diffuse e pericolose sono state importate nel nostro paese volontariamente. E’ importante quindi che ciascuno sviluppi consapevolezza del problema, trasformandosi così da potenziale vettore di introduzione a sentinella contro l’ulteriore diffusione delle specie aliene invasive.

 

Per ulteriori approfondimenti si rimanda al sito dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale : https://www.specieinvasive.it/index.php/it/

Oltre all’inquadramento della problematica legata all’introduzione e la diffusione delle specie aliene invasive, il sito contiene la normativa di riferimento, i documenti e le linee guida tecniche utili per una corretta applicazione della norma e le schede di tutte le specie inserite nella lista di Rilevanza unionale per cui sono in vigore una serie di obblighi e divieti.