Droni e Database GIS per monitorare le minacce antropiche alle dune

Gli obiettivi generali del progetto LIFE REDUNE sono il ripristino ecologico della zonazione costiera naturale, la riduzione degli impatti umani negativi su habitat e specie e l’integrazione del turismo con la conservazione del patrimonio naturale, in un’area – la costa adriatica settentrionale- dove il turismo rappresenta una delle principali attività economiche e fonti di reddito.

I sistemi di dune interessati dal progetto LIFE REDUNE rientrano in un’area turistica, in prossimità di rinomate località balneari molto frequentate durante la stagione estiva.

Ad esempio, nel comune di San Michele al Tagliamento nel 2017 il flusso turistico è stato di 5.722.191 pernottamenti. Nonostante il valore innato degli ecosistemi delle dune sia per il benessere umano che per la biodiversità, gli habitat rilevanti sono stati oggetto di una lunga storia di sfruttamento insostenibile e cattiva gestione.

Mentre da un lato il turismo rappresenta uno degli elementi più importanti del sistema economico regionale, dall’altro rappresenta la principale minaccia alla conservazione dei sistemi dunali. Ciò è dovuto principalmente ad una generale mancanza di consapevolezza dei problemi ambientali associati alle dune costiere, che includono la perdita dell’habitat, la diffusione di specie esotiche invasive e il degrado dell’habitat dovuto al turismo e alle attività ricreative, come minacce principali. Di conseguenza, sia la biodiversità delle dune che i relativi servizi ecosistemici che forniscono sono influenzati negativamente, con il risultato che le specie autoctone sono minacciate e la resilienza degli habitat è ridotta.

Un’intensa pressione antropica, associata a una mancanza di consapevolezza ecologica, sta compromettendo non solo il valore naturalistico ed ecologico, ma soprattutto gli elementi distintivi e identificativi del paesaggio che costituiscono uno dei fattori per l’attrazione turistica.

Due anni e mezzo fa, è stata effettuata una serie iniziale di monitoraggi e ispezioni per esplorare i sistemi ecologici esistenti e redigere un elenco iniziale di habitat presenti nei quattro siti del progetto, con particolare riferimento agli habitat xerofili. Da allora, il partner del progetto European Project Consulting (EPC) ha effettuato varie visite a tutti i siti, acquisendo le immagini aeree utilizzando un drone, ovvero un veivolo pilotato a distanza.

L’elaborazione dei dati ha consentito la creazione di un modello digitale tridimensionale del terreno (DTM) con una risoluzione di 25 cm e di fotomappe aggiornate delle aree di lavoro con una risoluzione di pixel di 5 cm sul terreno. A partire da queste stampe, è stato prodotto un rendering vettoriale di rilievi, ortofotoplani digitali e modelli digitali del terreno. Successivamente sono state create la fotointerpretazione e la digitalizzazione video dei perimetri dei singoli poligoni dell’habitat. Questa prima bozza della mappa ha permesso di identificare le discontinuità spaziali tra i tipi di habitat e di definire la rete di percorsi di accesso al mare derivanti dal calpestio incontrollato.

L’attribuzione ai vari tipi di habitat è stata compiuta dall’Università di Venezia Cà Foscari attraverso ulteriori ispezioni in loco e sondaggi sul terreno e l’integrazione delle informazioni derivanti dalle indagini effettuate sulla vegetazione.

L’analisi degli ortofotoplani digitali ha portato alla produzione di:

  1. a) una mappatura iniziale di percorsi, passerelle, piste e delle aree con il maggior carico di turisti;
  2. b) la localizzazione della discontinuità delle dune mobili che dovrebbero proteggere dall’ingresso marino
  3. c) mappe dell’habitat, con specifico riferimento al progetto e alle aree limitrofe.

Tutte le mappe sono state prodotte in scala 1: 500. Queste informazioni sono state incluse in un geodatabase dell’ambiente GIS (Geographic Information System), che è parte integrante del progetto LIFE REDUNE e viene periodicamente aggiornato. Il GIS è un sistema informatico per l’acquisizione, l’archiviazione, il controllo e la visualizzazione di dati relativi alle posizioni sulla superficie terrestre. Mettendo in relazione dati apparentemente non correlati, il GIS può aiutare a comprendere meglio i modelli e le relazioni spaziali.

Nella prima fase del progetto LIFE REDUNE, questa mappatura ad alta risoluzione ha consentito di identificare il complesso micro-mosaico in cui lo stesso habitat è presente nello stesso poligono a diversi livelli di conservazione, proporzionalmente al livello di disturbo. Ciò porta alla definizione della localizzazione fine e della composizione quantitativa delle specie autoctone da inserire e alla localizzazione delle aree proibite.

Nella fase finale del progetto LIFE REDUNE, questo sistema consentirà di monitorare e misurare l’efficacia degli interventi effettuati dal progetto.